Monumento Nazionale: LA STRUTTURA

Uscendo dal sottoportico ci si trova in uno spazio ampio e luminoso della corte interna. Sulla sinistra gli edifici delle microcelle (Foto1) e delle camerate; a ovest si individuano la Pietà, scultura che rappresenta il fumo che usciva dalla ciminiera (Foto2), e l'impronta del forno (Foto3).

Ogni vista all'esterno è preclusa dalle mura e l'isolamento dello spazio sacro è quasi completo, potendo scorgere solo le estremità degli alberi del mondo esterno. Il muro dall'esterno sembra unico, visto dall'interno si distinguono le pareti con risvolti a sega separate dagli edifici della Risiera. Attraversando il secondo sottoportico si giunge alla cappella volitiva, situata nell'ex-garage, dove si trovano le targhe commemorative che un tempo erano situate sull'impronta del forno.

La sala con le 17 microcelle è rimasta intatta (tranne alcuni accorgimenti strutturali). L'edificio delle camerate, oggi Sala delle croci (foto a lato), è stato svuotato dai piani (modificati durante l'uso del lager come campo profughi) per far rivivere la sua essenza primordiale, luogo di dolore, ma che convive con la presenza delle croci, simbolo di morte e speranza.

L'impronta a terra del forno, situata nel cortile interno, ricalca la pianta dell'edificio distrutto. Si scende solo di un gradino per segnalare che la costruzione era interrata. La pianta è coperta di lastroni in acciaio "che scotti i piedi in estate, e d'inverno li raggeli". La parete con l'impronta rimane intoccabile perché sacra, e al suo interno è stata riposta l'urna con le ceneri delle vittime. Accanto al forno vi è il Civico Museo della Risiera di San Sabba.

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Museo Civico della Risiera di San Sabba>